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hitler

Nelle tenebre di Norimberga

7 Agosto 2015 di Lara Zavatteri Lascia un commento

Nelle tenebre di Norimberga di G.M. Gilbert si affronta uno degli episodi più discussi del secondo dopoguerra, ovvero il processo tenutosi appunto a Norimberga ironia del caso il luogo dei raduni faraonici di Hitler e dei suoi contro alcuni dei criminali nazisti.

Solo alcuni, perché in taluni casi si erano suicidati, come Goebbels, la moglie Magda e i figli (avvelenati dalla stessa madre perché non fossero costretti a vivere in una Germania senza il Führer) nel bunker di Hitler, altri erano fuggiti, come Adolf Eichmann che sarà rintracciato però negli anni Sessanta in Sudamerica e processato, altri ancora sono riusciti a far perdere per sempre le loro tracce come Mengele.

Tra coloro che sono stati alla sbarra, Albert Speer, l’architetto di Hitler, Goering, suo braccio destro fin quando cadde in disgrazia e fu accusato dallo stesso capo del Reich di tradimento, Hoess, a capo del campo di concentramento di Auschwitz, Frank, governatore della Polonia, Doenitz, l’ammiraglio che Hitler aveva nominato suo successore prima di suicidarsi, ed altri.

A raccontare la loro detenzione, i loro pensieri, le loro idee, oltre a dar conto dei loro comportamenti in sede di processo e una volta appresa la sentenza, è G.M. Gilbert, lo psicologo americano che seguì i 23 criminali nazisti e che appuntò visite, considerazioni, test su un taccuino che poi divenne un libro.

Il più borioso, come difatti si può vedere nelle immagini e nei filmati del processo, è senza dubbio Hermann Goering anche se afferma di aver solo obbedito agli ordini e di non sapere nulla delle atrocità perpetrate nei confronti degli ebrei nei campi. Un modus operandi che sarà seguito un po’ da tutti, convinti che solo per il fatto di obbedire ad un ordine la morale del singolo potesse essere annientata, come se non avessero mai posseduto una coscienza prima di un cervello pronto ad ubbidire.

Forse l’unico fuori dal coro è Hoess, comandante del campo di Auschwitz, catturato dopo gli altri. Lui non può dire di non sapere ed anzi si dilunga sulle metodologie utilizzate per uccidere anche 10 mila persone al giorno grazie alle camere a gas, davanti allo psicologo che, pur attonito, tutto annota, perché non vada perso. Hoess parla in modo neutrale, come se il suo incarico fosse stata normale routine, e ammette che solo con il suicidio di Hitler ha pensato che avrebbe potuto essere arrestato e giustiziato per i suoi crimini (lui non li chiama mai in questo modo, tuttavia).

Tra chi è convinto di poter dimostrare la propria innocenza, chi si sente già condannato e chi ha perso la memoria, come Hess, anche se in realtà non si appurò mai del tutto se fosse amnesia vera o presunta, il processo si avvia alla conclusione. Lo psicologo scrive sensazioni di ognuno, quando ormai la fine è giunta.

Completa il libro una cronologia sull’ascesa e la caduta della Germania nazista.

[alert type=”black”]Nelle tenebre di Norimberga Libro[/alert]

Archiviato in:Storia Contrassegnato con: campi concentramento, criminali nazisti, hitler, nazismo, nazisti, nelle tenebre di norimberga, processo norimberga, seconda guerra mondiale

Un amore fascista. Benito, Edda e Galeazzo

18 Giugno 2015 di Lara Zavatteri Lascia un commento

Storie complesse cui si frammise la politica, la guerra, ostilità reciproche. Un amore fascista. Benito, Edda e Galeazzo dell’autore Giordano Bruno Guerri racconta questi tre personaggi e il sentimento che li unì, complesso e viscerale, difficile ma indispensabile.

Di Benito Mussolini s’inizia con la storia del maestro elementare diventato capo del fascismo, ma soprattutto, uomo cui, pare, le donne non potessero resistere. Ebbe infatti, oltre ai figli avuti dalla moglie Rachele, altri figli naturali, riconosciuti e non e molte relazioni con donne che non sapevano resistergli. Ma la donna forse più importante di Benito non furono né le amanti nè “Donna Rachele” bensì la figlia primogenita Edda.

Edda era la sua prediletta e dal padre ereditò il temperamento, l’audacia, l’essere una ragazza senza paura di nulla. Idolatrava il padre, mentre per tutta la vita ha sempre avuto un rapporto complesso con la madre. Edda non era, per i suoi tempi, una ragazza comune. Teneva i capelli corti (inizialmente era stato proprio Mussolini a volerlo), non aveva timore di esprimere giudizi, andava a cavallo, aveva idee politiche che naturalmente erano quelle del padre. Comunque una donna anticonformista, specie in quei tempi, da adolescente e poi da giovane donna negli anni Trenta, quando il femminismo era ancora di là da venire.

Galeazzo Ciano era il figlio di Costanzo, un uomo molto diverso dal Duce che aveva educato con severità il figlio e pretendeva molto da lui. Galeazzo, pur avendo ambizioni giornalistiche si dedicherà all’arte diplomatica e ad un certo punto incontrerà Edda. Fu un matrimonio di alti e bassi, con tre figli, da un lato con le infedeltà di lui e dall’altra con il carattere forte di lei. Edda probabilmente non sostituì mai nel suo cuore il padre Benito, mettendo al primo posto Galeazzo, fino a quando i rapporti fra i due si sgretolarono inevitabilmente.

Dopo il Gran Consiglio del fascismo e la capitolazione di Mussolini, con un ordine del giorno approvato anche dal genero Galeazzo, quest’ultimo, che aveva in astio i tedeschi e-ma forse troppo tardi-si era reso conto dell’immane tragedia che era stato il patto con Hitler– una volta liberato Mussolini dagli stessi tedeschi venne imprigionato. Edda allora si rese conto di provare ancora del sentimento per lui, fece di tutto per vederlo, ma le sue lacrime, le su suppliche furono vane. Galeazzo venne fucilato per ordine di Mussolini e il cuore di Edda andò in pezzi per sempre. Aveva perso un marito, ucciso su ordine del padre che aveva sempre adorato.

Un libro che ricostruisce la vita dei tre protagonisti e gli intrecci che li portarono a conoscersi e a condividere un tratto di vita insieme, fino alla tragedia finale.
[alert type=”black”]Un amore fascista Libro[/alert]

Archiviato in:Storia Contrassegnato con: ciano, edda ciano, edda mussolini, fascismo, galeazzo ciano, hitler, mussolini, seconda guerra mondiale, un amore fascista

La guerra dei bambini di Nicholas Stargardt

23 Aprile 2015 di Lara Zavatteri Lascia un commento

La guerra dei bambini, dell’autore Nicholas Stargardt, racconta la seconda guerra mondiale e in particolare il Terzo Reich di Adolf Hitler secondo una prospettiva diversa, quella appunto dei bambini e dei ragazzi che vi presero parte in prima persona.

La guerra dei bambini racconta grazie ad un lavoro di recupero delle fonti, immagini, testi, interviste dell’autore, cos’era la Gioventù Hitleriana. Inquadrati fin da piccolissimi i bambini di questa realtà crescevano con il mito di Hitler, formati nel fisico per diventare dei futuri soldati e nell’animo per disprezzate tutti colori che non erano “ariani”, in particolare gli ebrei. Così inquadrati i ragazzi perdevano la capacità di pensare da soli, diventando un’unica cosa, attenta alle direttive dei superiori, pronti a difendere la Germania dal nemico.

Infatti, così fecero al momento del bisogno. L’ultima, disperato tentativo di difendere Berlino ormai ridotta ad un cumulo di macerie, mentre Hitler e i suoi fedelissimi se ne stavano rintanati nel bunker sotto la Cancelleria, fu affidato proprio a questi ragazzi, mandati alla guerra senza averne veramente coscienza, massacrati mentre tentavano di fermare un nemico ormai alle porte della città. Questi ragazzini furono l’ultimo baluardo di difesa della Germania, in un famoso spezzone di documentario si vede infatti lo stesso Hitler, pochi giorni prima della fine, mentre loda questi ragazzi che si sono distinti in una delle tante battaglie che porteranno all’annientamento della Germania.

Oltre a questi ragazzi, ve ne furono altri che altra sorte subirono. Furono tutti coloro ritenuti dal Reich “non idonei”, tutti coloro che presentavano un handicap, fosse questo fisico oppure mentale, che quindi non corrispondevano ai criteri di virilità e intelligenza imposti dal regime. A migliaia furono prelevati dalle loro case e uccisi, un capitolo di cui ancora poco si sa ma che mirava a rendere perfetti i ragazzi tedeschi, senza tare che potessero sminuire o rendere ridicolo il popolo.

Si racconta poi di bambini non solo tedeschi, ma anche degli ebrei rinchiusi nel ghetto, di come vivessero i ragazzi quella situazione, o nei campi di smistamento prima di essere deportati in quelli di sterminio.

Il libro La guerra dei bambini è corredato da un inserto fotografico che illustra la quotidianità dei ragazzi, tedeschi e non, durante il secondo conflitto mondiale.

[alert type=”black”]La guerra dei bambini Libro[/alert]

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Il sosia di Hitler

26 Settembre 2014 di Lara Zavatteri Lascia un commento

Sulla morte di Adolf Hitler si è sempre scritto molto. In primis, perché per decenni si è creduto che il fondatore del nazionalsocialismo non fosse realmente morto nel bunker sotto la cancelleria di Berlino con la moglie Eva Braun, in secondo luogo perché secondo la ricostruzione i cadaveri furono dati alle fiamme dal personale del bunker e l’identificazione di Hitler fu possibile solamente dalle impronte dentali.

La vera dinamica della morte di Hitler non è stata mai chiarita. Si sa che lui e Eva si sposarono nel bunker e si uccisero poco dopo, lasciando istruzioni a chi restava sulla necessità di bruciare i loro corpi sul terreno fuori dal bunker. Questo libro parte da questi sospetti, da ciò che per anni si è sospettato, cioè che Hitler, in qualche modo, sia riuscito a sopravvivere alla guerra, ingannando tutti.

In questo testo in particolare lo “spettro” di Hitler ossessiona per anni un agente del controspionaggio militare americano, che decide di far luce sulla fine di Hitler, o la sua messinscena, e scoprire eventualmente dove si nasconde. Siamo a Berlino nell’autunno del 1945, pochi mesi dopo la morte vera o presunta di Adolf Hitler e l’agente anxcora non sa che la sua inchiesta durerà molti anni. Un’inchiesta che lo porterà a viaggiare per mezzo mondo, anche in quell’Argentina dove trovarono rifugio molti degli ex nazisti (molti scovati dal cacciatore di nazisti Simon Wiesental) e che gli farà scoprire un piano segreto appunto per far fuggire Hitler. In mezzo, un uomo con l’unica colpa di assomigliare in modo impressionante a Hitler, il suo sosia. Quest’ultimo viene usato, la sua vita è stravolta, il nazismo lo perseguita.

Il sosia di Hitler riapre insomma uno dei capitoli più oscuri del Novecento, quello dell’ascesa e caduta del nazionalsocialismo e una delle morti più controverse e su cui ci si è sempre interrogati. Quella di un omino austriaco che sognava una Germania che avrebbe dominato il mondo e che invece distrusse mezza Europa e mandò a morte milioni di ebrei: Hitler, per l’appunto.
[alert type=”black”]Il sosia di Hitler Kindle[/alert]

[alert type=”black”]Il sosia di Hitler Libro[/alert]

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