Ragazzi in guerra e nell’Olocausto

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Articolo aggiornato giorno 9 Marzo 2016

Ragazzi in guerra e nell’Olocausto a cura di Laurel Holliday, è un libro scritto da quelli che, nel periodo della seconda guerra mondiale, erano dei bambini e dei ragazzi e hanno vissuto sulla loro pelle l’orrore della guerra e il terrore dei campi di sterminio.

Non c’era solo Anne Frank, anche se per lungo tempo e anche oggi il suo diario è il simbolo della guerra vista da un’adolescente. Come si legge nel libro, pur essendo sicuramente un testo valido che racconta l’esperienza di Anne, della sua famiglia e degli altri rifugiati, tenuti nascosti nell’ex fabbrica di suo padre Otto, il diario è scritto da una ragazzina che ha vissuto nascosta, non per le strade, dove cadevano bombe e si poteva essere catturati in un attimo. Insomma, il diario di Anne è uno spaccato di quel periodo, nello specifico dell’Olanda occupata, ma non è l’unico diario e non esplora la guerra vista “faccia a faccia” considerando che visse nascosta per circa due anni, né racconta dei lager, dove finirono peraltro tutti i rifugiati e dove lei e la sorella Margot trovarono la morte ( a Bergen Belsen, nello specifico).

Solo il padre Otto si salvò ed è impossibile sapere se Anne avesse tentato di scrivere anche in quelle condizioni estreme, senza dimenticare che scrivere ma anche disegnare erano attività che nei campi, se scoperte, erano solitamente punite con la morte.

Questo testo racconta dei diari segreti di ragazzi di ogni parte d’Europa, alcuni sopravvissuti alla guerra e ai campi, alti no. Narrano la guerra vista dai ragazzi, la prigionia, le crudeltà dei nazisti nei confronti di familiari, amici, su loro stessi. I ragazzi di allora scrissero pagine per descrivere le atrocità compiute dai tedeschi, senza sapere, probabilmente, che ciò che scrivevano sarebbe diventato un documento di valore storico.

Una sopravvissuta è Janine Phillips, polacca, che scrisse un diario quando aveva 10 anni e lo recuperò molti anni dopo, grazie ad una zia, facendolo quindi tradurre in inglese. Orribile l’esperienza di Ephraim Shtenkler, ebreo polacco che, dopo la morte della madre e l’esecuzione del padre, fu costretto a vivere dai 2 ai 7 anni in un armadio, nella casa di una donna polacca cui era stato affidato proprio dal padre. Non solo quegli anni rinchiuso in uno spazio tanto angusto furono atroci (ci metterà anni a imparare a camminare correttamente) ma la donna lo maltrattò fino a quando un amico del padre lo trovò e lo portò in un orfanotrofio. Successivamente il ragazzo fu trasferito in Israele.

Ancora, la storia di Kim Malthe-Bruun di 18 anni, condannato a morte dai nazisti per aver preso parte al movimento partigiano in Danimarca, o Hannah Senssh di 17 anni, partigiana catturata dopo essersi paracadutata in Jugoslavia con membri della resistenza israeliani e inglesi.

Da leggere per conoscere tante storie di ragazzi che soffrirono durante la guerra, molti dei quali non riuscirono a diventare adulti.
[alert type=”black”]Ragazzi in guerra e nell’Olocausto Libro[/alert]

Lara Zavatteri
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