Storia della mia ansia di Daria Bignardi

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Articolo aggiornato giorno 8 Luglio 2018

Storia della mia ansia di Daria Bignardi racconta la storia di una donna, Lea, ma forse la vera protagonista è proprio lei, l’ansia appunto, quella che accompagna moltissime persone, specialmente le donne.

In questo romanzo Lea è una donna sposata ad un uomo ebreo, Shlomo, una delle cause della sua ansia. Se lei, nonostante tutti i suoi difetti, continua infatti ad amarlo, lui pare convinto che il cataclisma della sua, anzi della loro vita, sia stato incontrarsi ed innamorarsi. Una vita matrimoniale che si trascina nonostante tutto, con un uomo che non è di alcun sostegno per l’ansia di Lea.

Storia della mia ansia: la trama

Storia della mia ansia racconta la vita di una donna che all’apparenza ha tutto: un matrimonio, tre figli, un lavoro che le piace. Come spesso accade però le apparenze ingannano, il marito non la comprende ed anzi la sua freddezza di fronte ad ogni argomento o accadimento della vita è una delle cose che Lea non concepisce in lui. Si domanda perché l’ha scelto, un uomo tanto differente da lei, tanto distante, capace spesso di farla soffrire.

A questo si aggiunge l’ansia, compagna di vita di Lea. Ne soffriva già sua madre e Lea non la sopporta, anche se deve conviverci quotidianamente. L’ansia di non riuscire a tenere tutto sotto controllo, di non riuscire a fare tutto, di non centrare gli obiettivi che si è imposta, di non crescere bene i figli, di dimenticarsi qualcosa, l’elenco pare infinito. Tuttavia Lea, anche se ha odiato l’ansia della madre, capisce ad un certo punto della storia che l’ansia non è qualcosa di cui vergognarsi, ma solo una parte di sé. Certo migliorarsi e cercare di avere una maggiore tranquillità, smetterla di cercare di controllare ogni cosa sarebbe meglio, ma comunque soffrire d’ansia non è qualcosa da nascondere, né un tabù.

In Storia della mia ansia ad un certo punto Lea scopre di avere una malattia grave, ed ecco che allora le priorità cominciano a cambiare, non solo, cambia anche l’universo di Lea. Senza quella drammatica esperienza non avrebbe conosciuto i tanti dottori, chirurghi, personale ospedaliero che le sono divenuti familiari e che in qualche modo entrano a far parte della sua vita. Senza la malattia non sarebbe mai uscita dal suo guscio, non avrebbe conosciuto un altro uomo che, forse, poteva essere, per lei, quello giusto.

L’ansia di Lea si trasforma diventando forza per combattere la malattia, ma anche per aprirsi agli altri, per cercare di non subire la vita ma di viverla, di non chiudere ma di aprire porte anche a persone ed esperienze nuove.

Storia della mia ansia diventa così la vicenda di una donna che se all’inizio rifiutava una parte di sé impara a sfruttare l’ansia in senso buono, a non vergognarsi più, a rialzare la testa e a vivere una vita più vera, combattendo la malattia che l’ha colpita con coraggio.