Il giardino dei Finzi Contini

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Articolo aggiornato giorno 9 Marzo 2016

Il giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani è uno di quei libri che “restano dentro”, uno di quelli che non si dimenticano. Bassani, ebreo ferrarese, descrisse in questo libro la storia della famiglia Finzi Contini di Ferrara, man mano che le leggi razziali vengono applicate anche in Italia e fino al tragico epilogo.

In tutto il libro c’è una voce narrante, spesso identificata con l’autore stesso, anche se sembra che non si tratti di lui. Questa voce è quella di un ragazzo, che ha conosciuto da vicino i Finzi Contini e che molti anni dopo, complice una gita, ritorna con la mente a quei momenti.

I Finzi Contini nel libro sono una famiglia ferrarese composta dal professor Ermanno, dalla moglie e dai due figli, Alberto e Micol. Questi ultimi studiano privatamente, così alla voce narrante restano pochi attimi per scorgere i due fratelli, se non in sinagoga e quando anche i due devono sostenere a scuola gli esami di fine anno, siamo alla fine degli anni Venti. Eppure, tra questo ragazzo che racconta e i due fratelli s’instaura una specie di complicità, fatta più di sguardi che di parole, di piccoli momenti, mentre ancora le leggi razziali sono lontane.

Dopo un incontro tra la voce narrante e Micol, si fa un salto temporale di una decina d’anni, quando i protagonisti sono ormai studenti universitari. Anche in Italia sono state promulgate le leggi razziali e così, visto che agli ebrei è vietato frequentare anche il circolo del tennis, ad Alberto e Micol viene l’idea di creare un piccolo circolo a casa loro, nel grande parco della villa, invitando lì gli amici, tra cui l’io narrante.

Alberto, che studia ingegneria a Milano, è il più riflessivo dei due, mentre Micol la più misteriosa, quella da cui ci si può aspettare di tutto. Del circolo fa parte anche Malnate, un ragazzo che già lavora e che non è di Ferrara, ma che ben si integra nel gruppo. Mentre gli studi dell’io narrante proseguono (c’è anche un accenno al libro di Bassani “Gli occhiali d’oro”, dove appunto lo stesso ragazzo racconta un’altra storia) il ragazzo s’innamora di Micol, ma non è ricambiato. In breve tempo Alberto si ammala gravemente, il circolo si sfalda e all’io narrante non resta che allontanarsi da quella sorta di piccolo Paradiso fittizio, perché nella tomba di famiglia riposerà solo Alberto, mentre tutti gli altri saranno deportati nei campi di concentramento.

Un libro che parla di sentimenti, sullo sfondo di Ferrara, altra protagonista (il giardino, tra parentesi, al contrario degli altri luoghi citati nel libro, non esiste) e dell’Olocausto.

Giorgio Bassani, scomparso nel 2000, riposa nel cimitero ebraico di Ferrara, che si può visitare.
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Lara Zavatteri
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