Oriana Fallaci

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Articolo aggiornato giorno 15 Gennaio 2016

Oriana Fallaci scrittrice, giornalista e attivista Italiana, molto apprezzata in tutto il mondo ma anche a volte contestata per alcune sue parole e prese di posizioni contro l’Islam, dopo gli episodi accaduti in America l’11 settembre nasce nel giugno del 1929 a Firenze in piena epoca Fascista.

Nasce in una famiglia dalle condizioni economiche non di certo molto agiate, ma è anche una casa caratterizzata dalla presenza di molti libri, ed è stato proprio questo sin da piccola a spingere Oriana, sulla via della scrittura “Quando ero piccola non concepivo nemmeno un mestiere che non fosse il mestiere di scrittore. Il giornalismo all’inizio per me fu un compromesso, un mezzo per arrivare alla letteratura”.

Quelli erano gli anni del potere Mussoliniano, a soli 10 anni la Fallaci e durante la Seconda Guerra Mondiale, affiancando il padre un uomo antifascista, fortemente convinto delle sue scelte e idee, partecipa in prima linea alla Resistenza Partigiana contro il Nazismo, e a 14 anni Oriana Fallaci riceve il riconoscimento d’onore dall’Esercito Italiano per il suo attivismo durante la guerra.

È nel 1945 finito il conflitto, che la Fallaci decide di divenire una scrittrice con la seria intenzione di farne una professione di vita: “La prima volta che sedetti alla macchina da scrivere, mi innamorai delle parole che emergevano come gocce, una alla volta, e rimanevano sul foglio… ogni goccia diventava qualcosa che se detta sarebbe scivolata via, ma sulle pagine quelle parole diventavano tangibili”.

Oriana Fallaci, finito il liceo classico, decise di dedicarsi al giornalismo che di fatto le ha poi regalato una grande fama, perché è proprio a lei che si devono reportages e interviste di alcuni eventi di momenti di storia contemporanee. Oriana Fallaci esordì al Mattino dell’Italia centrale, dove si occupava di svariati argomenti dalla cronaca nera alla cronaca giudiziaria, dal quale venne licenziata per essersi rifiutata di scrivere un articolo contro Palmiro Togliatti, successivamente trasferitasi a Milano, collaborava con il settimanale Epoca dove si occupava di modernità, mondanità, ma anche di cronaca nera.

Nel luglio 1956 la Fallaci, attratta dagli Stai Uniti, andò a New York per iniziare a scrivere sulle notti mondane e sulle celebrità di Hollywood, fù proprio così che nasce il suo primo libro, I sette peccati di Hollywood, dove narra la vera vita mondana Hollywoodiana. Al suo ritorno la Fallaci incontrò Alfredo Pieroni, quello che poi sarebbe diventato il suo compagno e dal quale successivamente scoprì di aspettare un figlio.

Nel 1961, Oriana, spinta dalla condizione in cui versava la donna in Oriente, realizzo: Il sesso inutile,  il suo primo vero grande successo. L’anno succcessivo esce la sua prima opera narrativa in cui racconta la storia una ragazza italiana che si trasferisce nella grande mela  per seguire il suo lavoro, Penelope alla guerra.

Oriana Fallaci appena apprende della missione americana sulla luna,  parte subito per gli Stati Uniti per  intervistare i componenti della missione, soprattutto gli astronatuti e chi comandava le operazione della Nasa, diventando anche nel frattempo la confidente, e valorizzare cosi sia la loro normale vita comune, sia le loro grandi peripezie professionali, esperienza dalla quale nel 1965 nasce il libro Se il sole muore, dedicato “A mio padre che non vuol andare sulla Luna perché sulla Luna non ci sono fiori né pesci né uccelli. A Teodoro Freeman che morì ucciso da un’oca mentre volava per andar sulla Luna. Ai miei amici astronauti che vogliono andar sulla Luna perché il Sole potrebbe morire”.

L’esperienza di un anno vissuta in prima persona come corrispondente di guerra in Vietnam, vennero raccolte nel libro Niente è così sia pubblicato nel 1969 dove racconta le menzogne, le atrocità, ma anche gli eroismi e l’umanità di un conflitto definito da lei stessa una “sanguinosa follia”, la conclusione del libro però racconta del massacro avvenuto agli studenti in rivolta in Messico durante la XIX Olimpiade durante a quale ella stessa venne ferita.

Nello stesso anno torna negli USA per assistere al lancio dell’Apollo 11, esperienza raccolta nel libro Quel giorno sulla luna uscito poi nel 1970. Il comandante, portò con sé sulla Luna una foto di Oriana bambina, e una volta giunto sulla luna usò proprio la frase consigliata dalla stessa alla vigilia del lancio: «Sarà stato un piccolo passo per Neil, ma per me è stato proprio lungo».

Nell’agosto del 1973 conobbe un leader dell’opposizione greca, del quale diventerà la compagna di vita fino alla morte di lui avvenuta in un misterioso incidente stradale, e nel 1974 esce una raccolta di tutte le sue interviste e colloqui con i potenti della Terra avvenute tra gli anni 60 e i 70 Intervista con la storia, ancora, nel 1975 mentre collaborava sulla morte di Pier Paolo Pasolini caro amico di famiglia fu’ proprio la Fallaci, a denunciare il movente politico dell’omicidio del poeta. Lo stesso anno uscì il suo primo libro ben diverso da un’inchiesta giornalistica, Lettera ad un bambino mai nato, possiamo dire il suo più grande successo editoriale, 4 milioni e mezzo di copie vendute in tutto il mondo, dove la Fallaci immagina di parlare con il bambino che porta in grembo chiedendosi se sia giusto o meno donargli la vita.

Nel 1979 attraverso il racconto dalla storia di Alekos Panagulis uomo che amò e che fu’ suo compagno nella vita, possiamo riscontrare un chiaro esempio del pathos che la scrittrice Oriana Fallaci confluisce sui suoi libri, Un uomo libro dove la Fallaci parla del fatto che ha sempre considerato l’incidente dell’amato compagno un vero e proprio omicidio politico, ordinato da politici che avevano fatto carriera con la giunta militare; “… La solita tragedia dell’individuo che non si adegua, che non si rassegna, che pensa con la propria testa, e per questo muore ucciso da tutti. Eccola, e tu mio unico interlocutore possibile, laggiù sottoterra, mentre l’orologio senza lancette segna il cammino della memoria.”

Nel 1990 pubblica Insciallah, un romanzo dove la Fallaci racconta la storia dei soldati italiani inviati dall’ Organizzazione delle Nazioni Unite in Libano nel 1983. Il libro si apre con il racconto del primo duplice attentato suicida dei Kamikaze islamici contro le caserme americane e francesi che causò 299 morti tra i soldati.

Dopo di che la scrittrice decise di isolarsi andando a vivere a New York, dove inizia a scrivere un romanzo la cui lavorazione, venne interrotta dai fatti dell’11 settembre del 2001. Il grande attaccamento che la Fallaci ha verso gli Stati Uniti, la porterà a scrivere una lettera al Corriere della Sera, lettera che farà eco in tutto il mondo.:

“Mi chiedi di parlare, stavolta. Mi chiedi di rompere il silenzio, che da anni mi impongo per non mischiarmi alle cicale. E lo faccio. Perché ho saputo che anche in Italia alcuni gioiscono come l’altra sera alla Tv gioivano i palestinesi di Gaza. “Vittoria! Vittoria!” Uomini, donne , bambini. Ammesso che chi fa una cosa simile possa essere definito uomo, donna, bambino. Ho saputo che alcune cicale di lusso, politici o cosiddetti politici, intellettuali o cosiddetti intellettuali, nonché altri individui che non meritano la qualifica di cittadini, si comportano sostanzialmente nello stesso modo. Dicono: “Gli sta bene, agli americani gli sta bene”. E sono molto, molto arrabbiata. Arrabbiata d’una rabbia fredda, lucida, razionale. Una rabbia che elimina ogni distacco, ogni indulgenza. Che mi ordina di rispondergli e anzitutto di sputargli addosso. Io gli sputo addosso”.

Dopo il vigoroso ritorno provocato dall’attacco terroristico, Oriana aveva deciso di chiudersi di nuovo fuori dal mondo per tornare alla solitudine e al romanzo sulla sua famiglia che la impegnava da un decennio. Nel 2001 esce La Rabbia e l’Orgoglio, una pubblicazione che creera  una serie infinita di lodi e accuse, dichiarazioni di stima e rimproveri. La Rabbia e l’Orgoglio diverrà il primo libro che formerà la Trilogia di Oriana Fallaci e non è altro che la versione estesa dell’articolo apparso sul quotidiano Il Corriere della Sera dopo l’attacco alle torri gemelle, dove Oriana denunciava la decadenza Occidentale, che davanti alle minacce del mondo Islamico è incapace di difendersi, e ancora convinta che la crescente pressione esercitata negli ultimi anni dall’immigrazione islamica verso l’Europa, e l’Italia in particolare, sia la dimostrazione di un pianificato tentativo del mondo musulmano di islamizzare l’Occidente, testimoniato anche dai conflitti e ostilità tra musulmani e cristiani, tentativo che dovrebbe inevitabilmente portare ad uno scontro di civiltà.

Gli articoli e le parole di Oriana Fallaci avevano sempre un’eco clamoroso e nel 2004 nasce il secondo libro della trilogia: La Forza della Ragione, che verrà pubblicato  nel 2005.

La Forza della ragione è una risposta agli attacchi ricevuti da gruppi islamici, da gruppi politici, e mass media dopo la pubblicazione del primo libro della trilogia, parlando di un declino morale e intellettuale della nostra civiltà e del pericolo rappresentato dagli immigrati musulmani che avendo un tasso di natalità più alto degli occidentali rischiano di trasformare l’Europa in Arabia.

Nell’agosto 2004 esce un libro di auto-intervista Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci. Un altro successo della Fallaci, che in 3 mesi  vende oltre 800.000 copie.

Sempre nel 2004, Oriana Fallaci finsice la sua trilogia con Oriana Fallaci intervista se stessa -L’apocalisse che non è altro che una lunga intervista a sé stessa, una donna con il coraggio di scrivere la verità sugli altri e su sé stessa. Il tema principale? il cancro morale che divora l’Occidente e quello fisico che divora lei; Rispetto all’edizione precedente conta varie aggiunte e un capitolo in più, L’Apocalisse appunto.

Sul cambiamento del titolo la Fallaci scrive: « Ho modificato anzi abbreviato il titolo per motivi grafici e per alleviare il fastidio che provavo a vedere il mio nome ripetuto » e a questo aggiunge L’apocalisse uno straordinario Post- Scriptum che riprende l’Apocalisse dell’evangelista Giovanni. Ma qui Oriana non basa la sua profezia su allegorie, metafore, enigmi, lei parla di fatti molto precisi e delinea il ritratto di un Occidente rassegnato e indifeso, che rischia di andare in frantumi.

Oriana Fallaci  muore a Firenze il 15 settembre 2006 all’età di 77 anni dopo aver combattuto contro un male incurabile.
Il suo ultimo capolavoro, Un cappello pieno di ciliege, viene pubblicato su volontà del nipote, anche unico erede di Oriana Fallaci.

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