Pappagalli Verdi di Gino Strada

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Pappagalli Verdi (ed. Feltrinelli, 1999) è un diario di guerra, né più né meno. Luigi Strada detto Gino (storico fondatore di Emergency, una delle vere eccellenze italiane), è medico chirurgo di guerra da tantissimi anni e ha operato sui fronti più caldi degli ultimi trent’anni.

Pappagalli Verdi: la trama

Dall’Afghanistan alla Bosnia, dal Perù a Gibuti, dalla Somalia all’Etiopia, Gino Strada ed Emergency sono arrivati spesso e volentieri quando i militari se ne andavano, mettendo su ospedali molte volte improvvisati per mancanza di fondi e risorse, operando i feriti di guerra di qualsiasi colore o etnia essi fossero.

pappagalli verdi retro


Questo è forse l’insegnamento più profondo di Pappagalli Verdi (così i vecchi afghani chiamano gli strani e mortali oggetti verdi lanciati dagli elicotteri), ovvero che la guerra non ha colore né appartenenza, non conosce etnia né credo ma è caratterizzata da una sola e unica cosa: i morti, i feriti, la distruzione che si lascia dietro ogni volta, non importa dove si sviluppi o chi siano le fazioni contrapposte. I cinici moderni lamentano sempre che “non ci sono più valori” o che “mancano perfino gli ideali per cui battersi”. Ecco, persone come Gino Strada restituiscono dignità all’Essere Umano, che dovrebbe avere il primato rispetto agli interessi di parte o alle logiche del mercato, ma che invece troppo spesso (quasi sempre?) viene sacrificato in nome di queste ultime. Gino Strada, dicevo, restituisce dignità soprattutto agli ultimi, ai vecchi, ai bambini, alle donne, ai padri di famiglia, a quelli di cui le televisioni si scordano quando i riflettori si spengono, ma che invece sono i più colpiti perché i più indifesi davanti a quelle logiche di potere che scatenano le guerre.

Cosa vorresti fare da grande? Quando ero ragazzino, rispondevo il musicista o lo scrittore. Ho finito col fare il chirurgo, il chirurgo di guerra per la precisione. E ho chiuso da tempo con la nostalgia e il rimpianto di non saper suonare uno strumento né scrivere un romanzo”.

Questo l’incipit di Pappagalli Verdi, nelle sincere e disarmanti parole di Gino Strada, che con questo suo diario ci racconta di alcuni flash, forse quelli per lui più significativi o dolorosi, tratti direttamente dalle sue esperienze.

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Andrea Camporese
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