I fantasmi di pietra

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Articolo aggiornato giorno 6 Marzo 2016

Erto è un paese ormai spopolato, vuoto, morto. Eppure qualcosa sopravvive ancora in quella desolazione, ovvero il ricordo di chi in quelle contrade ha vissuto, secolo dopo secolo, della vita che una volta animava le vie e le piazze. Questo ricordo è alla base del libro dell’autore Mauro Corona che racconta la Erto di un tempo, prima che il disastro del Vajont cambiasse per sempre ogni cosa.

Il Vajont infatti, oltre a cancellare dalla faccia della Terra Longarone e varie frazioni sia della cittadina sia dei paesi più a monte, ha creato una frattura anche ad Erto. Dopo che la zona fu dichiarata ancora pericolosa, questo dopo il disastro, quando ormai era troppo tardi, parte della popolazione decise di emigrare altrove, solo un gruppo rimase ad Erto. Ma la vita di un tempo, quell’allegria nelle osterie, è persa per sempre.

I fantasmi sono allora i ricordi di chi un tempo visse ad Erto prima che il Vajont spazzasse via ogni cosa, un popolo dedito all’allevamento, all’agricoltura, all’intaglio del legno, umile ma ricco di storie, tramandate generazione dopo generazione, umile eppure unito, come non accadrà più dopo il Vajont.

Si tratta di uno dei libri che Mauro Corona ha dedicato al paese, tra i quali da ricordare “Storia di Neve”, con al centro la vicenda di una ragazza morta giovane, secondo alcuni dotata di poteri sovrannaturali, “Il canto delle manere” con protagonista il boscaiolo Santo Della Val, “Vajont, quelli del dopo” in cui si raccontano le storie di chi è sopravvissuto alla tragedia. Il paese è cambiato, non è più quello di una volta. Le case si sgretolano una dopo l’altra, Erto è stata ricostruita più a monte. Il paese vecchio è muto, nessuno lo anima più. Eppure i ricordi di quei fantasmi restano, non permettono che ci si dimentichi di loro, di quello che è stato.
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Lara Zavatteri
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