Articolo aggiornato giorno 20 Giugno 2018
Ahmed Mourad (nato nel 1978 in Egitto, fotografo, regista e scrittore), firma 2009 Polvere di Diamante, ha raggiunto il successo con Vertigo, primo poliziesco ambientato nel mondo arabo, che ha riscosso un enorme successo divenendo addirittura un fortunata serie televisiva.
Polvere di Diamante: la trama
Taha è un ragazzo del Cairo, che ama suonare la batteria, fumare la Shisha con gli amici (il tabacco di mele è il suo preferito), e sbirciare di sottecchi una bellissima ragazza (Sara), che vive nel suo stesso condominio e rappresenta la classica figura irraggiungibile per un ragazzo del tutto normale, laureato in farmacia e che come lavoro fa il rappresentate di medicinali.
Quando non se ne va in giro per studi medici e non fa il turno di notte alla farmacia di quartiere, Taha si prende cura di suo padre che, costretto su una sedia a rotelle, trascorre le suo giornate nella penombra della sua camera a scrutare il mondo con il suo binocolo. Dalla sua finestra l’anziano osserva le vite degli altri e ne rileva i segreti, talvolta talmente inconfessabili, che un giorno Taha lo trova riverso sul pavimento, ucciso da un sicario. Il ragazzo non fa però a tempo a chiedere aiuto o anche solo a registrare il fatto, che l’assassino lo coglie alle spalle stordendolo. Dopo di che, credendolo morto, se ne va.
In un Paese i cui le leggi sono per i poveri, mentre il potere costituito si alimenta a suon di tangenti, favori e regali, ottenere giustizia è però impossibile e così Taha inizierà la sua personale indagine per risolvere la questione. Scavare nelle cause della morte del padre metterà però a nudo verità inconfessabili, che porteranno Taha su una china a dir poco pericolosa, dalla quale lo aiuteranno a uscire il suo amico avvocato Yasser e la bella Sara, che in un modo piuttosto rocambolesco Taha riuscirà a conquistare.
Polvere di Diamante rappresenta un giallo godibilissimo, ma anche uno spaccato interessantissimo su un mondo arabo che noi occidentali crediamo così sostanzialmente diverso dal nostro (sbagliando), e che (forse per pigrizia) non vogliamo provare a conoscere meglio.
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