Articolo aggiornato giorno 14 Maggio 2024
40 cappotti e un bottone di Ivan Sciapeconi è un libro edito quest’anno da Piemme. Ha 208 pagine, disponibile in formato cartaceo oppure ebook.
40 cappotti e un bottone: la recensione
40 cappotti e un bottone di Ivan Sciapeconi è una storia vera. Una storia poco o per nulla conosciuta, come probabilmente tante altre ne esistono in Italia e nel mondo. Qui il protagonista e voce narrante è un ragazzino ebreo, Natan, che con la famiglia vive nella Germania nazista. Se inizialmente la loro casa e loro stessi non erano stati toccati dalle SS, arriva per Natan il giorno di dire addio al padre, portato via chissà dove dai soldati, ma anche alla madre e al fratellino Sami, perché fuggirà, grazie alla madre che ha avuto il coraggio di pensare ad un piano per metterlo in salvo, grazie all’organizzazione creata da Recha Freier. Quest’ultima s’incaricherà di portare in salvo moltissimi bambini ebrei, ma quando arriva dalla madre di Natan si scopre che può salvare solo il bambino più grande, ovvero proprio Natan.
Così il ragazzino, senza sapere molto sulla sua destinazione, si trova a vivere un viaggio insieme a molti altri bambini e bambine ebrei, che tentano di sfuggire alla cattura da parte dei nazisti. La loro meta è la Palestina, ma invece dovranno fermarsi in varie tappe, tra cui Nonantola, in provincia di Modena.
40 cappotti e un bottone di Ivan Sciapeconi racconta di come i ragazzi vengono alloggiati in una villa, dove un po’ alla volta imparano a lavorare, studiano, ma anche soffrono. Tutti soffrono per qualcosa o qualcuno. Anche Natan per il fatto di essere solo, avere la sua famiglia lontana e per un segreto di cui si accorgerà solo mesi dopo e che lo getterà nello sconforto. Ci sono bambini che hanno visto uccidere i genitori, altri che hanno assistito a torture, altri che sanno dei campi. Ma grazie alla popolazione locale, attiva nell’aiutare i piccoli ospiti, la vita alla villa non è così male e Natan sa anche un po’ di italiano con cui farsi intendere.
Tutto cambia con l’8 settembre e l’Armistizio, quando la sopravvivenza della piccola comunità della villa viene messa in pericolo. Ma i ragazzi non sono più soli e a difenderli c’è un paese che ha sofferto con loro. Gente non ebrea che per questi ragazzini ebrei ha fatto di tutto, costruito letti, portato da mangiare, offerto cure mediche, sperando che i piccoli potessero cavarsela fino alla fine della guerra e che ora non sono disposti a lasciarli in mano al nemico.
Una bellissima storia di altruismo e coraggio, un altro spiraglio di luce nell’orrore della Shoah. 40 cappotti e un bottone di Ivan Sciapeconi è come detto un storia vera, che merita di essere conosciuta.
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