Ogni mattina a Jenin di Susan Abulhawa

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Articolo aggiornato giorno 27 Marzo 2024

Ogni mattina a Jenin di Susan Abulhawa è un libro del 2013. Ha 400 pagine, disponibile cartaceo oppure ebook.

Ogni mattina a Jenin recensione

Ogni mattina a Jenin di Susan Abulhawa racconta la vicenda, attraverso più generazioni, di una famiglia palestinese. Attraverso gli occhi e le vicende che ha sentito dai suoi antenati e che in seguito vive di persona, è infatti una delle ragazze della famiglia a decidere di raccontare la loro vita in Palestina, le difficoltà e i contrasti che sorgeranno, ad un certo punto, anche in seno alla famiglia.

Il tutto per fare conoscere questa storia anche in futuro, anche se la protagonista ancora non lo sa. Infatti mentre si segue il racconto prosegue anche la vita della protagonista che si sposa ed ha una figlia. Sarà proprio a lei che vorrà trasmettere questa storia, in modo che le vicende della sua famiglia non vadano perdute ma possano essere ancora tramandate.

Ogni mattina a Jenin di Susan Abulhawa racconta la storia di una famiglia palestinese nel campo profughi di Jenin-da qui il titolo del libro-attraverso cambiamenti, conflitti, ma anche scelte differenti che riguarderanno alcuni componenti della famiglia. Un racconto che attraverso gli occhi della protagonista narra la storia di più generazioni palestinesi, come detto senza dimenticare la storia personale della protagonista, partendo dalla sua prima infanzia fino all’età adulta, passando tra sogni e speranze, momenti drammatici e gioie come quella, appunto, di avere una figlia.

Le due storie, quella della Palestina e quella della protagonista inevitabilmente finiscono per intrecciarsi, in un racconto del passato che arriva fino al presente della protagonista che a sua volta decide di narrare tutto alla sua bambina. “Ogni mattina a Jenin” di Susan Abulhawa è un racconto possibile grazie alla protagonista che ricorda il passato della sua famiglia ed al contempo spiega la sua storia in quella terra e anche la sua personale vicenda umana.

Il libro è narrato in parte in prima persona e in parte in terza e si concentra soprattutto sulla famiglia della protagonista ma anche su altre famiglie che vivono nel campo profughi di Jenin. Privato e collettivo così si fondono, in una storia in cui trabocca l’amore per la famiglia, quell’amore che farà andare avanti la protagonista anche nei momenti più difficoltosi.