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Articolo aggiornato giorno 10 Maggio 2025
Tre uomini in barca (per non parlare del cane) di Jerome K. Jerome è uno di quei libri che, una volta letti, difficilmente si dimenticano. Pubblicato per la prima volta nel 1889, è ormai considerato un classico intramontabile della letteratura comica inglese. In un’epoca in cui l’umorismo si declinava spesso in forme più raffinate e meno esplicite rispetto a oggi, questo romanzo seppe conquistare milioni di lettori con la sua ironia pungente, lo stile brillante e le situazioni assurde ma assolutamente riconoscibili. Oggi, “Tre uomini in barca” è un caposaldo dell’humour britannico e un testo ancora godibilissimo, anche in traduzione italiana.
Tre uomini in barca: la recensione
Il romanzo racconta il viaggio di tre amici londinesi – J., il narratore, George e Harris – che decidono di prendersi una pausa dalla frenetica vita urbana per fare un’escursione sul fiume Tamigi, da Kingston a Oxford. Con loro c’è anche Montmorency, un fox-terrier dal carattere vivace e una certa inclinazione per il caos.
L’idea iniziale è quella di vivere un’avventura rilassante nella natura, lontano da stress e malanni. In effetti, proprio l’ipocondria del protagonista – convinto di soffrire di tutte le malattie conosciute, tranne forse il “ginocchio della lavandaia” – è il pretesto narrativo per dare il via alla gita. Tuttavia, quella che doveva essere una vacanza idilliaca si trasforma ben presto in una serie continua di disavventure, malintesi, imprevisti comici e momenti di puro nonsense.
I protagonisti: un trio (più uno) di irresistibili eccentrici
Il cuore pulsante del romanzo sono senza dubbio i protagonisti. J., voce narrante e alter ego dell’autore, è un personaggio ironico, autoindulgente, sempre pronto a riflettere con tono filosofico (ma spesso del tutto fuori luogo) su ogni situazione. Il suo spirito di osservazione e la sua ironia formano l’anima comica del racconto.
Harris è l’organizzatore del gruppo, apparentemente razionale e deciso, ma in realtà confusionario, autoritario e spesso fonte dei peggiori guai. La sua incapacità di gestire le situazioni è motivo di continue gag esilaranti, come la celebre scena in cui tenta di montare una tenda con risultati disastrosi.
George, più flemmatico e pigro, rappresenta l’inglese medio che cerca di godersi la vita senza affannarsi troppo. Non è raro trovarlo a dormire nei momenti meno opportuni o a evitare le fatiche della navigazione.
A completare il quadro c’è Montmorency, un cane che sembra avere la mente di un uomo cinico. Il suo comportamento – tra l’aggressivo e il grottesco – aggiunge un ulteriore elemento surreale al romanzo. Nonostante il suo aspetto feroce, Montmorency è al centro di scene divertentissime, come il suo scontro epico con un bollitore.
Uno humour irresistibile: tra gag, aneddoti e riflessioni
Jerome K. Jerome costruisce la narrazione su una struttura episodica, fatta di brevi capitoli in cui avventure e disavventure si susseguono in modo leggero e spassoso. La comicità nasce dalla discrepanza tra le intenzioni dei personaggi e la realtà, dalle loro goffaggini, dalla loro incapacità di gestire le situazioni più semplici. Ma c’è anche un umorismo più sottile, legato all’osservazione della società vittoriana, alle piccole ipocrisie quotidiane, al contrasto tra apparenza e sostanza.
Jerome arricchisce la narrazione con aneddoti storici, riflessioni filosofiche da salotto, e digressioni assurde, che contribuiscono a creare un effetto comico straniante. Uno degli esempi più celebri è il racconto del formaggio fortemente odoroso che nessuno vuole trasportare, simbolo perfetto della comicità nonsense dell’autore.
Uno sguardo sulla campagna inglese
Nonostante l’apparente leggerezza, “Tre uomini in barca” offre anche suggestive descrizioni paesaggistiche della campagna inglese lungo il Tamigi. Il fiume diventa quasi un personaggio a sé, con i suoi ritmi, le sue insidie, la sua bellezza calma e ipnotica. Jerome alterna momenti comici a passaggi di grande poesia, riuscendo in questo modo a mantenere un equilibrio perfetto tra satira e romanticismo.
Un successo che dura da oltre un secolo
Fin dalla sua pubblicazione, “Tre uomini in barca” riscosse un successo clamoroso, tanto che l’autore decise di scriverne un seguito: Tre uomini a zonzo. Tuttavia, nessun’opera di Jerome ha raggiunto la fama di questo primo romanzo. La freschezza dello stile, la capacità di cogliere il ridicolo nel quotidiano, e soprattutto la leggerezza intelligente del racconto, lo rendono ancora oggi una lettura amatissima.
Il romanzo è stato tradotto in decine di lingue, adattato per il teatro, il cinema e la televisione. La sua fortuna si deve anche al fatto che, dietro la comicità, si cela una satira affettuosa ma tagliente della middle class vittoriana, dei suoi costumi e delle sue manie.
Perché leggere Tre uomini in barca oggi
In un’epoca dominata da frenesia, tecnologia e iperconnessione, “Tre uomini in barca” ci invita a rallentare, a ridere delle nostre ossessioni e a riscoprire la semplicità di una risata sincera. È un libro perfetto per chi cerca evasione intelligente, per chi ama la comicità britannica, o semplicemente per chi vuole passare qualche ora in buona compagnia.
La scrittura di Jerome è scorrevole, brillante, piena di ritmo. La sua capacità di costruire scene comiche senza mai cadere nella banalità è una lezione di stile per qualsiasi scrittore.
Conclusione
“Tre uomini in barca” è molto più di un semplice libro comico: è un classico che riesce a parlare al lettore di qualsiasi epoca. Con personaggi indimenticabili, una narrazione divertente e uno stile unico, Jerome K. Jerome ha scritto una vera e propria perla della letteratura umoristica. Un romanzo da leggere, da rileggere e da consigliare, anche a distanza di più di un secolo dalla sua uscita.
Tre uomini in barca Pdf
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Fonte: liberliber
Licenza: CC BY-NC-SA 4.0
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