Metro 2033 di Dmitri Glukhovsky

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Articolo aggiornato giorno 6 Novembre 2017

Metro 2033 di Dmitri Glukhovsky non è solamente un romanzo di fantascienza, è un intero mondo creato per essere continuamente arricchito di nuovi spunti e prospettive. Tutto nasce da un’idea di Glukhovsky che nel 2002 pubblica online un romanzo post apolcalittico, Metro 2033 per l’appunto. Il successo è talmente grande che nel 2005 il romanzo viene pubblicato in formato cartaceo, e seguito a ruota da due sequel: Metro 2034 (2009) e Metro 2035 (2015). Oltre a queste pubblicazioni l’universo post apocalittico tratteggiato da Glukhovsky si arricchisce strada facendo di videogame e romanzi paralleli, ambientati nelle metropolitane di tutto il mondo (fra le più famose quella di San Pietroburgo e quella di Roma).

Metro 2033 con oltre 1 milione di copie vendute

metro 2033 retro


Metro 2033 narra le avventure del giovane Artyom che vive, come il resto dei sopravvissuti all’olocausto nucleare, nelle stazioni e nei tunnel della metropolitana moscovita. Artyom sopravvive, giorno dopo giorno, nella stazione VDNKh assieme a “zio Sasha”, uomo misterioso che lo ha strappato ancora in fasce dalle braccia della madre, salvandolo da un’invasione di pericolose creature mutanti. Qui, in questa stazione di periferia (e per questo particolarmente pericolosa) Artyom svolge assieme al fedele amico Zhenya i compiti previsti all’interno della stazione: dai presidi ai tunnel di accesso alla stazione (gli attacchi di creature dal mondo esterno si fanno sempre più frequenti!), alla raccolta di quei pochi ortaggi (patate in primis) che la gente riesce a coltivare sotto terra. Del resto della metropolitana Artyom sa poco, per lo più dai racconti di zio Sasha e dei commercianti che si spostano da una stazione all’altra smerciando carabattole e cianfrusaglie. Intere zone sono sotto il controllo del Quarto Reich, mentre altre dell’Armata Rossa; alcune stazioni sono indipendenti mentre altre sono diventate la culla di una nuova cultura, e altre ancora sono legate in una sorta di Gilda dei Mercanti. E poi, in tutto questo variegato universo, ci sono gli Stalker. Figure mitiche, eroi che escono nel mondo esterno e ne riportano tesori e manufatti ormai perduti a costo della loro stessa vita.

Questo il contesto, la quotidianità da cui ben presto Artyom sarà però violentemente strappato e catapultato dal precipitare degli eventi in una formidabile avventura per la salvezza dei sopravvissuti contro una terribile minaccia: nella metropolitana è aperta una breccia e dal Mondo Esterno stanno lentamente scivolando nella Metropolitana creature immonde. Nessuno è al sicuro ma molte delle forze che si contendono il primato nel nuovo mondo sotterraneo sembrano non rendersene conto, se non nella Polis, mitica enclave che occupa un paio di stazioni dove pare siano riuniti tutti i saggi ancora in vita e dove la gente viva una vita tutto sommato serena. Nel corso della sua avventura, Artyom farà la conoscenza di personaggi diversi, alcuni pericolosi, alcuni relitti umani, alcuni di fondamentale aiuto per il buon esito della missione (ma chi gliela avrà affidata?) fino al suo epilogo, complici anche delle facoltà telepatiche, che Artyom ignorava di avere e che inizialmente affronta quasi con timore: qualcuno o qualcosa sta però cercando di mettersi in contatto con lui e lo ha scelto come alfiere per un nuovo futuro.

Metro 2033 è un romanzo scorrevole che, se devo essere onesto, non mi ha entusiasmato nonostante l’idea sia ottima ma soprattutto sia stata gestita in maniera magistrale con la creazione di quell’Universo parallelo di cui ho accennato all’inizio della recensione. Credo sia tuttavia una lettura inevitabile per tutti i cultori delle atmosfere post atomiche e distopiche, che certamente regalerà diverse ore di svago ed emozione.

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Andrea Camporese
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