La Regina del Silenzio di Paolo Rumiz

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La Regina del Silenzio: la recensione
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Articolo aggiornato giorno 10 Settembre 2018

Uscito nel 2017 per La Nave di Teseo, La Regina del Silenzio è l’ultima opera di Paolo Rumiz, poliedrico giornalista de La Repubblica e Il Piccolo di Trieste, con la quale ha fra l’altro vinto il Premio Selezione Bancarella 2018.

La Regina del Silenzio: la recensione

Il malvagio re Urdal invade con le sue orde il regno dei Burjaki, lo mette a ferro e fuoco e, a triste conclusione del sangue versato, proibisce qualsiasi forma di espressione artistica in generale, e musicale in particolare. Per tenere il popolo dei Burjaki sotto il suo giogo, Urdal impiega tre mostri (Antrax, Uter e Saraton), che dilagando in lungo e in largo consentono al Re di mantenere il suo regno di terrore.

Tutto sembra perduto. Gli eroi sono caduti, le forze resistenti annientate, il grande Mago Eco, colui che suscitava i suoni della madre terra, è stato fatto prigioniero e incarcerato in buie segrete. Come nella migliore delle tradizioni letterarie, tuttavia, c’è qualcuno che non si arrende al male, e in questo caso si tratta della giovane Mila, figlia del leggendario cavaliere Vadim.

La ragazza, dotata di innate capacità musicali, ascolta i suoni della terra, li fa suoi, ne gode trasgredendo alle leggi imposte da Re Urdal, al punto di decidere di imbarcarsi in un’impresa disperata: trovare il bardo Tahir e salvare il regno dei Burjaki. Inizierà così una grande avventura, nel regno del silenzio imposto dal malvagio Urdal, che porterà Mila a conoscere se stessa e trovare il suo destino.

Un inno all’ascolto contro il troppo rumore in cui, oggi, siamo immersi. Non tanto rumore cacofonico, quanto bombardamento costante di grida scritte, di cui i social network sono tramite e megafono. Forse non il miglior Rumiz, ma comunque un libro da leggere e godere, trovando quegli insegnamenti forse dimenticati da molti (troppi) legati alla capacità, per l’appunto, di saper ascoltare.