16 ottobre 1943 di Giacomo Debenedetti

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16 ottobre 1943 di Giacomo Debenedetti racconta la drammatica deportazione da parte dei nazisti di 1.259 ebrei del Ghetto di Roma. Si comincia con la sera prima, quando una donna, Celeste, arriva trafelata al Ghetto. Sembra pazza, scarmigliata, parla di come le SS di Kappler abbiano deciso un rastrellamento degli ebrei per la mattina dopo.

16 ottobre 1943: la trama

Nessuno le crede, sarebbe forse cambiato qualcosa se le avessero creduto? Forse ci sarebbe stato il tempo per qualcuno di fuggire, di organizzarsi, di non trovarsi, del tutto impreparati, a quello che accadde per davvero il giorno dopo.

16 ottobre 1943 retro libro


Le SS già in precedenza avevano ricattato il Consiglio Ebraico, costringendo la comunità a versare 50 chilogrammi d’oro per evitare la deportazione di circa 200 ebrei. Solo una beffa di ciò che avverrà di lì a poco, infatti la mattina del 16 ottobre, un sabato-giorno festivo per gli ebrei, infatti fu deciso proprio per trovarne di più in casa- le SS iniziarono a perquisire case, urlare ordini, rastrellare gente. Si racconta di come si presero soprattutto le persone che si trovavano in casa, più che coloro che erano già per le strade e senza fare differenza alcuna. Donne, uomini, anziani, malati, neonati, tutti furono costretti a lasciare le loro case verso una destinazione ignota.

Cosa si può fare in venti minuti? Fu questo il tempo che le SS concessero alle famiglie prima di essere deportate. Appena il tempo di un saluto, forse o sicuramente un addio, giusto un attimo per prendere una fotografia, un ricordo, appena sufficiente per prendere una piccola valigia e stiparci le poche cose che fu concesso prendere.

Il libro racconta cosa accadde nel Ghetto quella mattina, analizzando anche vite e comportamenti individuali, episodi singoli come quello di un ariano che cercò di salvare una bambina ebrea dicendo che era sua, ma la bambina si tradì cercando la sua famiglia e venne portata via. Il dopo il rastrellamento è un silenzio irreale, mentre coloro che sono stati presi viaggiano su carri bestiame verso la più atroce delle destinazioni: Auschwitz. Dei rastrellati, come detto 1.259, se ne salvarono solo 16.

Il libro contiene anche il racconto “Otto ebrei” che segue il precedente scritto a livello temporale, che ricorda un altro episodio tristemente famoso, quello delle Fosse Ardeatine. Qui un Commissario di pubblica sicurezza dopo la guerra, per provare di essere stato un antifascista, racconta di aver salvato per l’appunto 8 ebrei dall’eccidio. Due momenti tragici della seconda guerra mondiale e per la comunità ebraica, per non dimenticare mai ciò che è stato.

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Lara Zavatteri
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