Una Traccia nel Buio di Arnaldur Indridason

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Una Traccia nel Buio (ed. Guanda, 2015) è un romanzo del prolifico scrittore islandese Arnaldur Indridason.

Siamo alle porte dello sbarco in Normandia, quando una coppia di amanti (soldato statunitense di stanza a Reykjavik, lui, giovane islandese, lei) trovano il cadavere di una giovane sarta sul retro del Teatro Nazionale.

Una traccia nel buio: la trama

Scappano, forse per paura di essere coinvolti, ma questo loro ritrovamento metterà in movimento le indagini, condotte dal giovane Flòvent, primo (e in quell’epoca unico) rappresentante della polizia investigativa islandese, coadiuvato da Thorson, soldato canadese di origine islandese facente parte dell’esercito alleato.

Le indagini procederanno a singhiozzo, fino alla (apparente) chiusura del caso, fra mal costumi, leggende su elfi e popolo nascosto, violenze familiari: il tutto a condimento di una società ancora ottusa, maschilista, che (anche a causa della guerra) si stava svecchiando da una radice profondamente rurale verso qualche cosa di più moderno e aperto.

Siamo ai giorni nostri, quando il commissario in pensione Konrad si lascia coinvolgere nella raccolta di informazioni sulla misteriosa morte di un anziano nel suo letto. Quella che doveva essere una semplice attività di supporto all’attività investigativa, si trasformerà ben presto in una discesa nella memoria a ritroso negli anni.

Le scoperte di Konrad lo porteranno a scavare a fondo in un caso avvenuto durante la guerra e riferito al ritrovamento di una ragazza dietro al Teatro Nazionale, che in un modo o nell’altro aveva perfino coinvolto suo padre.

una traccia nel buio retro


Konrad ricorda il caso in questione: pur non essendo ancora nato, la storia era rimasta per decenni sulle labbra della gente. Tanto più che Konrad era nato e vissuto nel quartiere dove il fatto era avvenuto.

Indridason ci regala un intrigante romanzo, che si sviluppa su due piani narrativi che si alternano con un ritmo serrato e che poco alla volta convergono fino all’epilogo finale.

La memoria, le colpe dei nonni e dei padri, la giustizia postuma dovuta a un innocente, sono tutti temi che arricchiscono questo racconto e lo rendono particolare.

Annoto tuttavia qualche ripetizione di troppo, nella narrazione, forse un eccesso di scrupolo dello scrittore per paura che il lettore distratto possa perdersi per strada qualche dettaglio significativo.

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Andrea Camporese
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