Lupo Mannaro di Carlo Lucarelli

Lupo Mannaro (prima edizione Theoria 1994, successivamente ed. Einaudi Stile Libero, 2001) è uno dei primi romanzi su serial killer del prolifico Carlo Lucarelli, noto anche per alcune serie televisive sui misteri d’Italia.

Lupo Mannaro: la trama

Lupo Mannaro rappresenta forse il primo romanzo “serial killer” dell’era berlusconiana in Italiana, quando la vecchia politica crolla (o è già crollata) sotto i colpi di tangentopoli e un vuoto non solo ideologico pervade l’intero Paese. Proprio in questo nuovo contesto storico, ricco di smarrimento e privo di punti di riferimento, si muove il Lupo Mannaro, un rispettabilissimo professionista e padre di famiglia di giorno, perverso serial killer che ammazza a morsi prostitute sieropositive, di notte. Un nuovo Dottor Jekill e Mr Hyde, che sparge sangue senza alcun rimorso lungo la Via Emilia.

Unico a contrastarlo il commissario Romeo, un loser dei tempi moderni, con un matrimonio allo sbando, un passato non proprio presentabile da militante di sinistra e una (forse) rarissima malattia del sonno che potrebbe evolvere in qualche cosa di mortale. Il Lupo Mannaro (al secolo Ing. Velasco) non ha sensi di colpa, non sente il peso delle sue azioni, al punto che nel gioco all’inseguimento con il commissario Romeo ammette senza troppe remore i suoi omicidi, talmente si sente sicuro di non poter essere preso.

Lupo Mannaro è un romanzo crudo, per certi versi spinoso, perché presenta sotto una luce alternativa (decisamente alternativa) lo sconquasso del nostro Paese in quel preciso momento storico, quasi che le gesta del serial killer non siano altro che una metafora del dimenarsi della società per ritrovare una sorta di equilibrio, o forse per riappropriarsi di spazi che la politica e gli scandali hanno sottratto ai cittadini.

Lupo Mannaro è un racconto, più che un romanzo, che nelle ed. Einaudi Stile Libero conta non più di 90 pagine. Sono però 90 pagine di pura adrenalina, che ho bevuto in meno di tre ore.

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