La Compagnia dei Celestini di Stefano Benni

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La Compagnia dei Celestini (1992, ed. Feltrinelli) rappresenta a mio giudizio uno dei più alti livelli della narrativa di Stefano Benni, classe 1947, che ci ha fatti innamorare tutti con Terra! (1983) e I Meravigliosi Animali di Stranalandia (1984) solo per citare alcuni titoli.

La Compagnia dei Celestini: la trama

Memorino, Alì (Bruno Viendalmare, detto) e Lucifero (Luciano, detto) sono tre orfani che vivono presso la struttura dei Padri Zopiloti nella ricca città di Banessa, ridente Stato di Gladonia. Apparentemente uguali a tutti gli altri, i tre ragazzi sono in realtà accomunati da una cosa: fanno parte della Compagnia dei Celestini, temibile squadra di Pallastrada che raccoglie “gli spiriti più ribelli e gli orfani più orfici dell’istituto”. La loro quotidianità segue un ritmo lento, privo di particolari avventure, finché i tre non ricevono la lettera della loro vita: non un affido, non un’adozione (per quanto Alì continui a sperarci), bensì la convocazione per i segretissimi Mondiali di Pallastrada, organizzati niente meno che dal Grande Bastardo in persona.

compagnia dei celestini


La Compagnia dei Celestini, ahimè, contava però una decina di membri, ridotti ora ai soli nostri tre eroi causa decimazione fuori programma (fuggiaschi, suicidi o adottati). I tre, quindi, ben decisi a non lasciarsi sfuggire l’occasione della loro vita, fuggiranno dall’Istituto e saranno costretti, strada facendo, a recuperare i membri mancanti per completare la squadra, dato che la Pallastrada prevede un numero minimo di giocatori pari a cinque (tutti rigorosamente orfani).

Memorino, Alì e Lucifero non saranno ovviamente soli nella loro odissea, dato che i Padri Zopiloti, accortisi ben presto della fuga, sguinzaglieranno alle loro calcagna non solo Padre Biffero (prete affetto da stravaganti pulsioni sessuali) ma anche Padre Bracco, famosissimo quanto temibile cacciatore di orfani fuggiaschi. Oltre a questi personaggi il romanzo si arricchirà di figure allegoriche incredibili e divertentissime come Celeste, la ragazzina (quasi) fantasma che vive nell’ala abbandonata dell’orfanotrofio, o Deodato, orfano talmente sfortunato che con la sua sfiga porterà fortuna al gruppo, o ancora il giornalista Fimicoli con il fido aiutante Rosalino, ben decisi a conquistare lo soop della loro vita, ovvero scoprire la segretissima località dove si svolgeranno i Mondiali di Pallastrada. Il caleidoscopico mix di eventi e personaggi condurrà al raduno finale, dove troveranno spazio le formazioni più disparate raccoltesi dai quattro angoli del Globo terraqueo come le Yokkmokk Fiällrävar (le volpette lapponi), gli Slaiv Gallion Braes (dalla verde Irlanda) o ancora i Pelorinho Pivetes di Bahia (la temibile squadra brasiliana).

Stefano Benni come sempre riesce a regalare pagine emozionanti, che ci raccontano di una società e di un Paese ormai allo sbando, troppo interessato ad apparire in un fast food o in televisione per preoccuparsi di un ragazzino solitario che chiede solo un po’ di attenzione. Le pagine de La Compagnia dei Celestini rappresentano un esilarante spaccato del nostro quotidiano, con pregi e difetti, che non mancherà di catturare il lettore dando però anche modo di pensare e rimuginare su certi nostri comportamenti quotidiani.

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Andrea Camporese
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